Dio salvaci!! Da tempi lontanissimi questo coro si leva al cielo da ogni angolo del pianeta, ciò che cambia è semplicemente quello che ogni popolo considera Dio. Molti ne sono stati inventati, e molte sono le loro storie, per certi versi simili per altri meno, ma quando ci si trova in un momento di difficoltà molti invocano l’aiuto di quest’entità superiore, alla quale dobbiamo tutto ciò che c’è di meraviglioso nella nostra vita; che rappresenta il bene e che prova amore per tutti noi, sia che venga considerato il nostro creatore, oppure un modello da seguire.
Non importa se certi fenomeni quali le alluvioni o le siccità facciano parte dell’esistenza stessa del pianeta, ad un certo punto, dopo esserci eletti a specie superiore in quanto creature di Dio, abbiamo cominciato a pensare che le alluvioni fossero la punizione divina per i nostri comportamenti e si vedevano come soluzioni a queste calamità naturali vari tipologie di sacrifici e di preghiera.
Oggi in questo mondo dove la scienza ha sostituito gli Dei, dove siamo passati dall’essere creature devote alle divinità all’essere creature devote alla scienza è a lei che rivolgiamo le nostre preghiere. Siamo arrivati al punto dove non accettiamo neanche la morte come un fatto naturale del ciclo vitale, la consideriamo come un problema tecnico e quindi che solamente mediante tecnici può – e deve – essere risolta.
Pure nel caso in cui non si creda in nessuna divinità, tutti sono ormai da tempo discepoli della scienza; essa rappresenta per la maggior parte dell’umanità l’unica che detiene la verità, la salvezza, l’imparzialità; che merita la nostra genuflessione quotidiana ed alla quale sacrificare sull’altare la nostra indipendenza, la nostra autonomia, la nostra libertà così come si faceva e si fa ancora con gli altri dei: per avere in cambio risposte ai nostri dubbi, soluzioni ai nostri problemi e per salvarci dalla morte e dalla sofferenza.
Ma bisogna rendersi conto che la scienza non è una divinità, non è imparziale, non è detentrice delle verità, non è la nostra salvatrice e non ha niente di divino anche se ciò che riesce a compiere risulta straordinario, quasi magico per la maggior parte delle persone.
La scienza per sua stessa natura è sperimentale e procede per tentativi, a volte basandosi su presupposti errati o parziali creduti verità anche per centinaia di anni. Infatti la scienza è un insieme di saperi scritti e raccolte di dati sperimentali create da alcuni esseri umani che seguono una direzione data da altri, una serie di teorie spacciate come dogmi inconfutabili, naturalmente fino a quando non verranno smentiti e convertiti in altri dogmi più funzionali ai bisogni di controllo, o semplicemente perché il contesto sociale ha fatto sì che certi assunti non potessero esser ulteriormente accettati.
Gli esempi di teorie scientifiche che oggi sono state smentite sono moltissimi: dalla credenza di razze inferiori e superiori di esseri umani (neri ridotti in schiavitù perché considerati subumani) alla convinzione della superiorità del genere maschile (che ha generato la cosiddetta “isteria femminile” per rinchiudere e torturare donne che non erano sufficientemente sottomesse alla società patriarcale), per citarne alcuni.
Ma la contemporaneità non è esente da convinzioni analoghe. La scienza ancora oggi ci parla di morte cerebrale per legittimare la predazione degli organi, quando esistono moltissime critiche riguardo questo concetto oltre al fatto che moltissime persone dichiarate morte si sono svegliate appena in tempo per evitare l’espianto.
Per citarne un altro ancora basta guardare la risposta della scienza al tristemente famoso disastro di Fukushima, che con la complicità del governo giapponese ha raccontato un’infinità di menzogne alla popolazione per evitare il panico, per esempio cambiando il livello di radiazioni considerate nocive dall’oggi al domani, come se gli abitanti fossero improvvisamente diventati più resistenti.
Gli esempi sono moltissimi, ma anche davanti ad evidenze come queste la maggior parte delle persone non metterà in dubbio che il procedere della scienza sia in buonafede e inconfutabile.
Come si trova sempre una giustificazione ad una divinità che permette che al mondo ci sia miseria, sofferenza e ogni altro genere di atrocità – arrivando pure a sostenere che anche questo fa parte di un disegno più grande che non siamo all’altezza di riuscire a comprendere – così di fronte ai disastri provocati dalla scienza – che ha legittimato genocidi, creato armi capaci di sterminare l’intera vita sul pianeta, che tratta gli esseri viventi come materia da scomporre e ricomporre a suo piacimento e che costruisce un mondo sempre più invivibile e avvelenato – si fà la stessa cosa, in quanto la giustificazione più usata è che ci siano stati degli imprevisti o degli ostacoli, ma che comunque la scienza stessa sarà in grado di risolvere in futuro, a patto che naturalmente la si lasci continuare ad agire secondo i suoi metodi.
Quello che non si mette in discussione è che il normale procedere della scienza è un continuo tentativo, un continuo sperimentare, un continuo porre rimedi ai danni che essa stessa crea, non curandosi di noi, delle nostre vite e di quelle di chiunque altro su questo pianeta. Questi danni sono talmente fuori dalla nostra portata che non possiamo far altro che affidarci di nuovo a lei per sperare in una soluzione, continuando a perpetrare questo circolo di distruzione della natura.
A questo punto molti proveranno un sentimento d’indignazione, urleranno al complottismo, perché mettere in discussione la scienza come entità benefica è al pari del mettere in discussione Dio e chiunque provi a farlo è un eretico da denigrare, magari da bruciare o torturare. Come si può continuare a non voler creare una propria conoscenza? Come si può ancora decidere di sottostare ad un dogma?
In una situazione come quella di questi ultimi tempi bisognerebbe rendersi conto anche di questo, di ciò che non siamo più in grado di fare, di ciò che abbiamo perso, di ciò che siamo diventati: piccoli insignificanti esserini in balia di una “divinità” che ci fa diffidare degli altri così come di noi stessi e che si impone su tutti noi, anche se continuiamo a vivere nell’illusione della libera scelta, anche se si crede ancora che la propria opinione conti qualcosa mentre in realtà su certe questioni solo gli scienziati hanno “diritto di parola”. Continuano a ripeterci che presto “andrà tutto bene e torneremo alla normalità”, ma di quale normalità si tratterà quasi nessuno se lo è ancora chiesto.
La memoria si cancella più velocemente di quanto si scorra un post o un messaggio sul nostro smartphone, e non ci si ricorda più neanche come si stava prima. E domani, forse pensando a questi giorni di costrizione nelle nostre abitazioni, di negozi chiusi, di problemi economici, si dirà che si sta vivendo meglio, che dobbiamo sentirci fortunati, anche se magari la normalità si sarà trasformata in un qualcosa che prima sarebbe stato inaccettabile.
La paura odierna verso il futuro ci ha reso ancora più schiavi della scienza, che si alimenta di questa incertezza e ci offre soluzioni istantanee a bisogni indotti da essa, soluzioni che immancabilmente si piazzano in un contesto capitalista di produzione e perpetuazione di profitto e potere. Questa “divinità” ci dice di portare pazienza, di seguire ciecamente le normative e di comprare i prodotti consigliati, e in questo modo tutto andrà bene.
La scelta è nostra tra l’accettare passivamente o il rifiutare ed opporsi attivamente.
Maggio 2020