SABOTIAMO LA GUERRA

Appello per una mobilitazione internazionale ed internazionalista contro la guerra in Ucraina

La guerra in corso in Ucraina non è un conflitto tra i tanti, e men che meno una semplice “guerra per le risorse”, ma un capitolo centrale di un più ampio scontro tra blocchi di Paesi capitalisti per la spartizione del mondo, in cui sono in gioco la supremazia economica, militare, tecnologica e la ridefinizione degli equilibri internazionali. Infatti, mentre in Ucraina si combatte da più di un anno e mezzo, si profila sullo sfondo lo scontro militare con il principale avversario del capitalismo occidentale, la Cina. Dire che siamo sul piano inclinato che può portare alla terza guerra mondiale non ci sembra né un’esagerazione né un inutile allarmismo.
Per la prima volta dalla Seconda Guerra mondiale si combatte in Europa una guerra simmetrica, con un serio rischio di escalation nucleare. È anche la prima guerra diretta tra Russia e NATO nella storia, che coinvolge le maggiori potenze nucleari del pianeta (Federazione Russa, USA, Regno Unito, Francia).
La guerra è da sempre strumento di ristrutturazione economica per il capitalismo in crisi. Accompagnata anche oggi da quelle politiche di interventismo statale tanto amate a sinistra che sono già state prodromi dei conflitti mondiali, la guerra è la forma più radicale di oppressione esercitata dagli Stati e dai capitalisti contro gli sfruttati. Per questi motivi riteniamo che il conflitto in corso sia un attacco contro tutti i proletari.

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APPELLO AI COLIBRI’: Contro i nuovi OGM e l’agricoltura 4.0 (testo e pieghevole scaricabile del collettivo terra e libertà)

Premessa

In questo opuscolo sono raccolti due testi. Il primo è scritto da noi, mentre il secondo è tratto da Reprendre la terre aux machines. Manifeste pour une autonomie paysanne et alimentaire de L’Atelier Paysan (Seuil, Parigi, 2021).

Il primo testo affronta soprattutto i nuovi OGM (chiamati eufemisticamente Tecniche di Evoluzione Assistita), mentre il secondo è più incentrato sulla digitalizzazione delle campagne; il primo osserva il territorio italiano (e trentino), mentre il secondo parte dal contesto francese. Ma le questioni in essi abbordate si intrecciano di continuo. D’altronde, se persino nella falsa parola dei tecnocrati le «tecnologie che spossessano» si chiamano convergenti un motivo c’è: intelligenza artificiale, Internet delle cose, robotica, nano- e bio-tecnologie si abbattono insieme sul mondo. Ora è il turno delle campagne, dove si vuole sostituire con dei tecnici quel che resta dei contadini. Soltanto in una società alla deriva servono molte parole per sottolineare la posta in gioco etica e politica: affidare la produzione del cibo ai laboratori e a macchinari che non controlliamo ma che ci controllano, significa rinunciare a ogni autonomia e a ogni libertà.

Sembra passato molto tempo dai dibattiti e dalle battaglie contro gli OGM tra la fine degli anni Novanta e gli inizi dei Duemila – e risulterà utile anche per questo il rapido bilancio di quelle campagne di lotta che ne traccia L’Atelier Paysan. Eppure qualcosa è rimasto conficcato tra le fauci del moloch tecno-industriale se esso ha dovuto tenere sostanzialmente nascosto il blitz con cui ha autorizzato la sperimentazione in campo aperto dei nuovi OGM. Diffondere il necessario senso critico verso tale Blitzkrieg è solo il primo passo per rompere il silenzio e trovare compagne e compagni di lotta (e di vita).

La scommessa è che, dentro la più generale incarcerazione tecnologica dell’umanità, l’assalto tecno-industriale alle campagne e al vivente possa costituire un cortocircuito per la Macchina e una breccia per noi. L’accelerazione tecnocratica è tale che negli ultimi anni una parte sorprendente (in tutti i sensi) della società si è svegliata. Effettivamente, di Emergenza in Emergenza, la gragnuola di colpi è stata senza fiato. I necrotecnologi sono convinti che il tempo dell’accettazione sociale verso la campagna dei robot e dell’ingegneria genetica sia ormai maturo? Che torni il tempo degli zoccoli (sabots) e delle falciature!

Alle umane e agli umani disposti a battersi. Da perdere non abbiamo che le nostre catene di silicio.

Rovereto, giugno 2023

Collettivo Terra e Libertà (www.terraeliberta.noblogs.org)

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DAL FRONTE UMANO (testo e pieghevole scaricabile del collettivo terra e libertà)

Dal fronte umano
Contro il mondo delle macchine e della guerra

Sostituzione macchinica

Mentre il ministro dell’agricoltura Lollobrigida parla, con linguaggio nazista, di «sostituzione etnica» degli italiani da parte degli immigrati; mentre i cosiddetti democratici – che il razzismo istituzionale lo hanno sempre praticato senza dichiararlo – lo accusano di «suprematismo bianco», esiste una ben reale «sostituzione» in atto, che tutti gli schieramenti della classe dirigente promuovono: quella degli umani da parte delle macchine.
«Macchine che scimmiottano gli esseri umani tendono a infiltrarsi in ogni aspetto della vita delle persone e le costringono a comportarsi come macchine. I nuovi dispositivi elettronici hanno in verità il potere di costringere le persone a “comunicare” con essi e con gli altri esseri umani nei termini dettati dalla macchina. Ciò che strutturalmente non rientra nella logica delle macchine viene filtrato e in pratica scompare da una cultura dominata dal loro uso. Il comportamento meccanico degli esseri umani incatenati all’elettronica corrisponde a un deterioramento del loro benessere e della loro dignità, a lungo andare intollerabile per la maggior parte di essi. Le osservazioni sulla nocività di ambienti elettronicamente programmati dimostrano che in essi le persone diventano indolenti, impotenti, narcisistiche e apolitiche. Il processo politico si deteriora perché la gente diviene incapace di governarsi e chiede invece di essere gestita».

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LA NUOVA NORMALITA’ TRANSUMANISTA

Video dell’intervento di “Resistenze al Nanomondo” tenutosi durante l’iniziativa del 9 gennaio 2022 sulla nuova normalità transumanista organizzata dall’assemblea popolare “Resistere al Transumanesimo”, presso lo spazio di documentazione “La Piralide” di Bergamo.
https://www.youtube.com/watch?v=9O8VGsJxmLg

EDITORIALE DEL NUMERO 9 DELLA RIVISTA “L’URLO DELLA TERRA”

Il fascismo ed altre dittature nel loro processo trasformativo hanno sempre messo in campo anche un nuovo modo di contare il tempo. Nello specifico partivano da loro stessi, dalla nuova era che andavano ad instaurare. Dopo oltre un anno dall’inizio dello stato di emergenza, che l’Ex capo della BCE non è ancora disposto a sospendere, sappiamo che niente sarà più come prima. L’idea di fondo non è quella di aiutare l’umanità a superare il virus, ma piuttosto quella di adottare un nuovo paradigma che d’ora innanzi si preparerà a governare le nostre vite. Anche se nessuno ha proposto nuovi modi di contare il tempo, questo d’ora in poi sarà sempre più scandito e regolamentato.

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LA DEMOCRAZIA COME MONDO

Al ministero della Verità
A nessuna idea viene attribuito un consenso tanto unanime quanto alla democrazia.Nella storia più o meno recente dell’umanità, non esiste concetto, ordinamento, realtà politica o sociale che non abbia conosciuto attacchi anche roventi. La religione, le banche, il denaro, il capitalismo, il colonialismo, il fascismo, il comunismo, persino la proprietà privata vengono discussi e criticati, nei bar come nelle università. La democrazia, viceversa, è l’idea che conosce meno critiche.

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I ROVESCI MATERIALI DEL MONDO DIGITALE

Testo apparso, con il titolo Les ordis ne naissent pas dans les choux, all’interno del dossier A.C.A.B. (All Computers Are Bastards), a cui è stato dedicato il numero 151 del giornale francese CQFD (“Ce qu’il faut dire”), febbraio 2017.   

Le macchine sofisticate che ci circondano sono fabbricate a partire da materiali che bisogna andare a estrarre dalle viscere della Terra con processi industriali i quali necessitano di molti metalli pesanti e di prodotti chimici, tutti molti tossici, così come di quantità considerevoli di petrolio e d’acqua. È necessario allo stesso tempo un macchinario tecnologico molto elaborato. Per esempio, la fabbricazione di un tablet o di uno smartphone abbisogna di 62 metalli diversi e di molta plastica.

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