
Il 25 aprile è una data che rimanda immediatamente alla resistenza, quella fatta di uomini e donne che si misero in gioco anche a discapito della propria vita per la libertà. Combattenti che hanno continuato a lottare anche dopo la fine ufficiale del conflitto mondiale perché vedevano le stesse persone che governavano nel ventennio fascista e i loro accoliti riprendersi le posizioni di potere.
Oggi si sta barattando la propria libertà in cambio di una vita “in sicurezza”, ma quest’ultima si può considerare degna di essere vissuta? Come si possono accettare passivamente il coprifuoco, il vaccino (ovvero fare da soggetti per la più grande sperimentazione di massa della storia), l’installazione di antenne per la rete 5g con le loro conseguenze catastrofiche e irreversibili e permettere che qualcun altro decida quali siano le nostre necessità primarie?